Cent'anni di veleno di Alessandro Hellmann

Cent'anni di veleno di Alessandro Hellmann

Thursday, November 15, 2007

recensione dramma.it

da www.dramma.it/articoli/articolo571.htm

La Compagnia "Narramondo" ripropone anche quest´anno nel comune di Rocca Grimalda, nell´alessandrino, il fortunato e interessante festival "Rassegna Teatro Epico" con programmazioni previste dall´8 luglio al 5 agosto, tutte all´aperto nella Piazza 8 Agosto.(....) Domenica 22 è stata invece la volta, come detto, de "IL FIUME RUBATO" di Alessandro Helmann e dal suo "Cent´anni di Veleno" che affronta e ripropone la vicenda, ben tristemente nota, dell´ACNA di Cengio e delle conseguenti, queste assai stimolanti e progressive, lotte della degli abitanti della Val Bormida per la salute e la sopravvivenza. Anche questa regia è di Nicola Pannelli, mentre le luci sono curate da Salvatore Magro e le musiche dello stesso Helmann e del gruppo Yo Yo Mundi. Andrea Pierdicca è in scena, solo. Monologo, dunque, organizzato secondo le modalità classiche del teatro di narrazione cui si ispira primigeniamente Narramondo, il testo ripercorre le vicende di una fabbrica che da ricchezza del territorio e della sua gente si trasforma, inevitabilmente nella logica del semplice profitto, in nemico, in un vero e proprio cancro del territorio e dei suoi abitanti. Così la fabbrica nata per produrre dinamite man mano si trasforma e modifica fino a diventare colorificio, adattandosi ai transitori interessi dei padroni del momento che ne usano per l´immediato profitto, senza alcuna voglia o capacità di intercettare e affrontare i problemi che nascono e gli interessi che confliggono. Una cecità ed una sordità che però ha alimentato e irrobustito suo malgrado la resistenza della popolazione sempre più stanca di respirare, mangiare e bere veleno. Una resistenza tra l´altro che ha arricchito solidarietà e che si è allargata man mano a tutti i comuni della Val Bormida dalla Liguria al Piemonte. La lotta è dunque cresciuta testardamente e, come raramente accade, ha saputo infine coniugare le esigenze di chi all´Acna lavorava traendone sostentamento e di chi viveva ai suoi margini e ai suoi confini, peraltro sempre più lontani. Ed una lotta che alla fine ha avuto successo e che festeggia la fabbrica chiusa, i lavoratori ricollocati e la valle in via di guarigione. Teatro di narrazione dunque, e del migliore, che coniuga la contemporaneità con la memoria anche precoce in tempi di facili oblii, ma cui la forza del testo e la presenza scenica e recitativa di Pierdicca conferisce prospettiva e profondità drammaturgica articolando il discorso in una sorta di dialogo dialettico allargato tra scena e pubblico. Tra l´altro la vicenda si è, come noto, sviluppata in territori prossimi a chi scrive e a gran parte di chi ha assistito alla piéce. Un lavoro interessante, per sintassi scenica e anche per la prova interpretativa del suo protagonista di DOLORES PESCE

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