Cent'anni di veleno di Alessandro Hellmann

Cent'anni di veleno di Alessandro Hellmann

Thursday, September 28, 2006

l'ultima recensione uscita su Cent'anni di veleno

Recensione uscita sul periodico mensile L’Occhio che... n. VIII anno II – Settembre 2006

Cent’anni di veleno
Il caso ACNA: l’ultima guerra civile italiana
di Simone Colaiacomo

Il caso ACNA ha rappresentato per l’Italia un fatto increscioso che ha condizionato la vita di migliaia di persone sfruttate e prese in giro da istituzioni e potenti che negli anni hanno saputo rigirare persino il concetto di moralità. “Cent’anni di veleno” (Stampa Alternativa, Viterbo 2005) è la testimonianza di un secolo di inquinamento e di assassini legalmente tutelati in nome dell’economia nazionale; un documentario che può far sentir piccolo e inerme chiunque, al solo pensiero dello sporco che ha caratterizzato le azioni di coloro che hanno gestito gli eventi nel tempo. Ma è soprattutto il sentir narrare questa storia da voci che, tra ricordi d’infanzia e situazioni tra il grottesco e il drammatico, evocano quei conflitti tra contadini e operai, nascondendo invece le trame ordite da quei burattinai che hanno tenuto i fili delle masse per i propri interessi. Alessandro Hellmann ripercorre in alternanza, con garbo e con veemenza, la storia della Valle del Bormida dove l’ACNA di Cengio ha avvelenato un territorio un tempo fertile e, con esso, ogni forma di vita dal quale riceveva sostentamento. Un libro da leggere, oltre che per l’importanza storico-economica del XX secolo italiano, per non voltare le spalle a tutti coloro che non sono stati tutelati dalle istituzioni competenti che avrebbero dovuto aiutarli, molti dei quali sono morti senza capire perché. L’ultima guerra civile italiana portata avanti generazione dopo generazione, raccontata in un libro simbolo del diritto di vivere: per mantenere vive queste persone, almeno nel ricordo.

Tuesday, September 26, 2006

debutto dello spettacolo

Comunicato stampa

Narramondo ha il piacere di segnalarvi il debutto dello spettacolo Il Fiume Rubato tratto da Cent'anni di Veleno di Alessandro Hellmann con Andrea Pierdicca per la regia di Nicola Pannelli Mercoledì 4 ottobre presso il Teatro Matteotti di Moncalieri alle ore 21, presentato all’interno della IX nona edizione di Theatropolis.
Per la prima volta si racconta l’intera storia della fabbrica ACNA dalla sua apertura, come dinamitificio alla fine dell'800, fino alla sua chiusura nel 1999 e le lotte degli abitanti della valle in difesa dell'ambiente e del fiume Bormida.

Lo spettacolo, patrocinato dal Comune di Cortemilia (CN), è nato dell’incontro di Alessandro Hellmann e Andrea Pierdicca con l’associazione Narramondo il cui direttore artistico Nicola Pannelli (anche regista dello spettacolo) così descrive, nell’appendice del libro, le motivazioni artistiche e umane che hanno reso possibile il progetto “narramondo è un’associazione di attori professionisti, nata a Genova nel luglio del 2001, che hanno deciso di portare in scena le ferite del tempo presente investigando il senso tragico del mondo contemporaneo, attraverso storie di dolore e di lotta. Ecco perché l’incontro con la storia del fiume rubato, del Bormida, della gente che sta lì, che ci ha vissuto e che ci vive. E’ una storia assassina e non si può non rimanere commossi dalla tenacia, dalla tenuta, dalla costanza, dalla bellezza dei “resistenti” di quella valle. Questa storia è la loro”.
Il libro (info su www.alessandrohellmann.com) scritto attraverso un minuzioso lavoro di documentazione è edito da Stampa Alternativa ha ottenuto una menzione speciale alla sesta edizione del premio Acqui ACQUIAMBIENTE ed è tra i finalisti del premio Premio Carver.




Organizzazione e promozione narramondo Lisa Raffaghello
tel e fax 0143/468014 cell 333 6132594 - e.mail elyraffaghello@libero.it
info: www.narramondo.it/scheda_acna.html
locandine e foto (di Andrea Repetto) ad alta risoluzione su www.narramondo.it/acna/moncalieri/
Il Fiume rubato

di Alessandro Hellmann
con Andrea Pierdicca
Regia di Nicola Pannelli
Narramondo Produzioni Teatrali

“Hai mai visto Bormida?
Ha l’acqua color del sangue raggrumato, perché porta via i rifiuti delle fabbriche di Cengio e sulle sue rive non cresce più un filo d’erba. Un’acqua più porca e avvelenata, che ti mette freddo nel midollo, specie a vederla di notte sotto la luna.”
Beppe Fenoglio Un giorno di fuoco, Einaudi

Lo spettacolo. L’incredibile e travagliata storia della Val Bormida e dell’ACNA di Cengio: la nascita della fabbrica, le lotte degli abitanti della Valle contro l’inquinamento, il rapporto con il versante ligure, la sua inevitabile unione con la storia dell’industria chimica nazionale, la sua chiusura. Tra ricordi d’infanzia e situazioni in bilico tra il drammatico e il grottesco, si snocciola una storia epica e struggente di battaglie, di mobilitazioni, di conflitti tra il mondo contadino e il mondo dell'industria, di interessi e convenienze politiche, di zone frazionate in maniera illogica, di collusione tra poteri più o meno occulti. Per capire e riscoprire la capacità di indignarsi.

L’autore dice: “Quella dell’ACNA e della Val Bormida è una storia di inquinamento selvaggio, di umanità e natura calpestate, ma anche una meravigliosa testimonianza di mobilitazione civile (e in seguito istituzionale) per la Rinascita di un intero territorio secondo un’idea di sviluppo alternativo, da costruire sulla valorizzazione della cultura, delle risorse e delle tradizioni locali. L’opera offre una visione esaustiva ed oggettiva su una vicenda importante nella storia recente del nostro paese (e nell’evoluzione socio-economica del Piemonte e della Liguria in particolare) e al tempo stesso si propone come commemorazione dei personaggi - e soprattutto delle persone - che ne sono stati protagonisti nell’arco di oltre un secolo.”

Il testo, a cui si stanno interessando varie testate giornalistiche, ha già raccolto importanti riconoscimenti, in quanto brani da esso estratti hanno vinto il “Premio III Millennio” istituito da Fara Editore e hanno ricevuto una menzione speciale al “Premio Les Nouvelles” bandito da Prospettiva Editrice. La stesura è stata realizzata attraverso un minuzioso lavoro di documentazione (libri, articoli, diari inediti, relazioni, avvisi di reato, documenti, audiovisivi, filmati di repertorio...), di analisi e di approfondimenti sul campo durato oltre un anno. Un prezioso supporto è stato offerto dall’Associazione Valbormida Viva e dal Centro di Documentazione Patrizio Fadda, dall’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, dalla Comunità Montana Langa delle Valli, dall’Associazione Lavoratori Acna e da tutte le persone che attraverso la loro testimonianza hanno permesso una ricostruzione esatta degli eventi e delle passioni che li hanno animati.
Il monologo è tratto dal libro “Cent’anni di veleno – Il caso Acna: l’ultima guerra civile italiana” (Stampa Alternativa, 2005), che l’editore Marcello Baraghini ha definito “un romanzo-verità straordinario”.

La Storia. L’Acna nasce nel 1882 come dinamitificio a Cengio, in provincia di Savona, a pochi metri dal confine con il Piemonte. Sulla localizzazione dell’industria - politicamente strategica - influiscono la disponibilità di acqua (il fiume Bormida) e di manodopera a basso costo, l’accessibilità dal porto di Savona attraverso una via di comunicazione presidiata da fortificazioni e la difficile praticabilità del versante piemontese. In breve l’Acna diviene la principale industria della zona, arrivando ad occupare fino a 6.000 persone e generando una profonda frattura tra mondo rurale e nuova realtà industriale. L’inquinamento delle acque si estende lungo la valle fin oltre Alessandria, a più di 100 Km di distanza dalla fabbrica. Nel 1929 l’azienda si converte alla produzione di coloranti, mentre gli abitanti della valle cominciano a sollevare accese proteste, denunciando l’impossibilità di utilizzare l’acqua dei pozzi. Il vino è imbevibile e la verdura sa di fenolo, così i campi e le vigne tornano gèrbido e i contadini sono costretti ad abbandonare le campagne. Gli anni ’50 vedono nelle province di Cuneo e Alessandria una massiccia mobilitazione popolare contro la fabbrica, che non sortirà però alcun effetto, soprattutto a causa di conflitti di responsabilità e competenza a livello istituzionale. Nel 1970 una Commissione ministeriale dichiara che il fiume Bormida è ormai “biologicamente morto”. Nel 1987 la valle viene dichiarata “area ad elevato rischio ambientale”, mentre una ricerca dimostra come nella zona i casi di cancro, soprattutto alla vescica, colpiscano la popolazione con una percentuale molto maggiore rispetto alla media nazionale. Gli operai si trovano costretti a scegliere tra diritto al lavoro e diritto alla salute. In quegli anni, sorgono in tutto il Piemonte comitati di protesta, tra cui l’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, che organizzano manifestazioni e propongono progetti di sviluppo alternativo: grazie a questa massiccia e a tratti epica mobilitazione popolare, sostenuta dalle Istituzioni locali e da svariate organizzazioni ambientaliste, viene accantonata l’ipotesi di realizzare un inceneritore di rifiuti all’interno dello stabilimento e nel 1999 l’Acna viene finalmente chiusa. Attualmente è in corso la bonifica dei terreni sottostanti il sito, nei quali è stata evidenziata la presenza di sostanze altamente cancerogene, come diossina e fenoli.


Andrea Pierdicca. Nato il 05/12/75 a Osimo (AN), nel 2000 ha partecipato a un corso propedeutico di recitazione della scuola Galante Garrone di Bologna; nel 2003 diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova dove ha lavorato con Massimo Mesciulam, Anna Laura Messeri e Marco Sciaccaluga. Dal 2003 collabora con la compagnia U.R.T. di Juri Ferrini, con il Teatro delle Moline di Bologna. Nel 2004 per il Lunezia festival collabora con Amedeo Minghi, Antonello Venditti, Carmen Consoli, Caparezza; nello stesso anno collabora con l’orchestra di Kiev diretta dal maestro Trasimeni. Nel 2005 per la regia di Gabriele Vacis “Romeo e Giulietta” prodotto dal Teatro Stabile di Torino. Dal 2004 collabora con Narramondo.


Nicola Pannelli. Nato a Como il 26 maggio 1966. Diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 1991. In teatro ha lavorato principalmente con Cristina Pezzoli e Valerio Binasco; ha collaborato per il Teatro Stabile di Genova con Benno Besson, Massimo Mesciulam, Marco Sciaccaluga, Guido De Ponticelli, Vittorio Gassman, per il Centro Teatrale Bresciano con Massimo Castri per il Teatro Stabile del Veneto con J.Lassalle e con Giuseppe Emiliani. Ha lavorato anche per il cinema (1999 Fandango Il partigiano Jonnhy regia Guido Chiesa; 2004 Fox and Gould “Keawe” regia di Valerio Binasco) e la televisione (2000 Love and War in the apennines regia di J.K Harrison e ha partecipato a numerose fiction).


Alessandro Hellmann. Nato a Genova nel 1971. Scrittore, poeta e autore di canzoni, ha vinto numerosi premi (tra cui il Premio Fabrizio De Andrè, conferito da Dori Ghezzi, il Premio Kult Underground, il Premio “F.I.Te.L.”, il Premio “Rassegna Pagine” e il premio della critica in svariate rassegne dedicate alla canzone d’autore e alla musica indipendente). Ha pubblicato la raccolta di poesie “La Persistenza delle Cose” (Prospettiva Editrice, 2004), pluripremiata e accolta con favore dalla critica, “Storia di nessuno” (Prospettiva Editrice, 2005) e il romanzo-inchiesta “Cent’anni di veleno – Il caso Acna: l’ultima guerra civile italiana” (Stampa Alternativa, 2005). I suoi racconti e le sue poesie sono presenti sulle più importanti riviste letterarie italiane. Compare inoltre in veste di autore e/o cantautore in numerosi dischi e compilation. Per maggiori informazioni www.alessandrohellmann.com
Da Appendice a “Cent’anni di Veleno” di Alessandro Hellmann
Ed Stampa Alternativa, 2005
Nicola Pannelli - Direttore artistico narramondo

Narramondo è un’associazione di persone che hanno deciso di portare in teatro le ferite del tempo presente. E’ nata nel luglio del 2001 a Genova. Da allora ha seguito percorsi di ricerca in varie direzioni con il fine di portare al pubblico, - in teatro e altrove- la voce “irricevibile” di popoli oppressi, sotto occupazione, di gente “fuori margine” e della loro bellezza. Raccontiamo in quadro tragico - così distante dal nostro melodramma - le resistenze irachena, palestinese, cecena, in breve dei popoli in lotta, la resistenza partigiana - la nostra genesi dimenticata - al nazifascismo. Dimoriamo nella tragedia contemporanea e lo facciamo essendo per metà dei turisti dell’orrore e per metà testimoni del dolore e della lotta. Della lotta va ripetuto! Amiamo chi resiste e combatte. Nonostante la vita rubata, il dolore e le piaghe, i resistenti sfoderano un’allegra insolenza che sfida i sistemi, gli uomini responsabili della miseria.

Ecco perché l’incontro con la storia del fiume rubato, del Bormida, della gente che sta lì, che ci ha vissuto e che ci vive. Ecco da dove scaturisce la sintonia con Hellmann e Pierdicca. Ecco perché siamo andati sul luogo a vedere, sentire, annusare, e abbiamo deciso di si: facciamolo insieme. Quando Andrea ci ha proposto di collaborare al progetto, l’idea ci ha coinvolto dapprima per amicizia verso di lui, una specie di debito - lui non lo sa - da pagare a scatola chiusa. Insomma abbiamo accettato di lavorare con lui senza quasi sapere su cosa. Perché è vero che le storie sono importanti ma va detto che altrettanto importanti sono i percorsi, le scelte, che nel tempo fanno gli attori. Importanti, determinanti. Il teatro “civile” – quest’aggettivo comincia veramente a puzzare – si vorrebbe che fosse un filone tra i vari filoni, una scelta tra tante possibili dagli scaffali del teatrosupermercato. Ed è proprio così, nella realtà. Viene considerato proprio così da chi lo propone, da chi lo produce e trasforma, da chi lo mette in circolazione e da chi lo sistema, da chi lo consuma. Sicchè, alla fine della fiera, il contenuto, cioè “la storia”, fanno la fine del caffè zuccherato. In un contesto del genere, se il “teatro civile” comincia a viaggiare come prodotto, se vende, ecco una schiera di nuovi offerenti, che ieri hanno girato una pubblicità per la telefonia e oggi vi parlano di mari inquinati. Il tempo, le sue lancette, parla per tutti. Le scelte sono importanti.

Andiamo avanti. Andrea ci fa leggere la prima stesura del testo di Hellmann, e il sasso è lanciato. Si parte. Ci si incontra, si parla, si ascolta. Andiamo a vedere sul posto. Preleviamo campioni d’umanità, ancora e sempre avvelenati, inquinati. Poi una nuova stesura. Facciamo delle fotografie ma i volti e i luoghi, li devi per forza ascoltare, la ghigna dei ricordi rabbiosi è sempre attaccata alle facce. Una nuova stesura. Hellmann non scrive soltanto. Suona e dipinge e scolpisce e diverte. Ma non sgarra su numeri e dati e riscontri e verifiche e nomi e particolari di varia natura. Perché? Per serietà? Sì, come no. Ma soprattutto perché la battaglia contro la Fabbrica degli appestanti e i suoi Fabbricanti, è avvenuta anche sui dettagli più imi. Sugli atomi con i cavilli. Come a dire che mentre la gente – cioè gli operai e la popolazione – da una parte sputava, pisciava e cagava l’arcobaleno dei coloranti fino a morirne e dall’altra soffocava nel nero del tutto fino a scoppiarne, l’avvocatura d’industria diminuiva le cifre, e faceva i suoi calcoli viste le tabelle A B C, i tabulati Q e R, e rimandava, e diluiva. Ci sarebbe da ridere molto, se non fosse che c’è poco da ridere.

E’ una storia assassina Fa parte di un genere che è diventato quasi una scuola: dirigenti d’industria disinvolti e con il sorriso dell’idiozia, amministratori delegati campioni d’incasso al fenolo, sindacalismi sofferti, e allineati, connivenze di borsa e ciniche speculazioni sulla pelle degli altri, uomini, donne, anziani, bambini, paesi. Non facciamo per generalizzare ma gli appassionati del genere capiscono al volo. Si parla di morte come prodotto e marchio di fabbrica, come ideologia del potere. Lo sai e lo senti – ce l’hai sempre e tuttora davanti l’esempio!- che certi idioti malati di banalità, portano morte. Detto questo per farci capire sommariamente non si può che festeggiare, se pur in silenzio la chiusura dell’ACNA – visto che l’ENI l’ha semplicemente esportata - e in ultima istanza rimanere commossi dalla tenacia, dalla tenuta, dalla costanza, dalla bellezza dei “resistenti” di quella valle della provincia di Cuneo. Questa storia è la loro.


Estratti di recensioni del Libro


"Un piccolo capolavoro di tecnica narrativa....non c'è che da sperare che in futuro ci sia qualche altro autore e qualche altra casa editrice, che abbia la costanza nella ricerca storica, la voglia politica e la capacità (quest'ultima è il "last but not least") di scrivere una cosa come questa sui tanti, troppi, punti nerissimi della storia che attraversano il nostro orizzonte ora. "
(Marco Giorgini, Kult Virtual Press www.kultvirtualpress.com/articoli.asp?data=222)

“Un libro che si legge tutto d'un fiato, scritto in uno stile diretto, con tempi incalzanti, condito da sarcasmo e amara ironia” (Lucia Barlocco, La Stampa)

"Narrando cent'anni di inquinamento e di collusione tra potere politico e industriale, la cronologia del caso Acna ci racconta una vicenda dimenticata nell'oblio dell'informazione usa e getta. " (Simona Balestri, Mescalina /www.mescalina.it/libri/recensioni-libri.php?id)

"Dovrebbero leggerlo davvero a cominciare dagli studenti per individuare insospettate connessioni tra due colossi chimici italiani che a prima vista non diresti mai avessero avuto nulla a che fare tra loro. … Una vicenda, questa, esemplare: davvero in tale occasione il termine "guerra civile" non è iperbolico. "
(Giulio Sardi, L'Acna e la IG Farben www.lancora.com/monografie/saggi/acna_shoah_2006.html)

"Straordinario esempio di narrativa sociale, così lontana dai salotti e dai riflettori che accompagnano come zecche i Baricchi e le Melisse e così vicina, invece, alla grande narrativa sociale del '900"
(Marcello Baraghini www.stampalternativa.it/lettera22.php?categoria=13&id=623)

“Hellmann mette il dito nella piaga scorrendo nella sua cronaca fatti, manifestazioni, episodi, processi senza colpevoli, scontri, inchieste...” (Alberto Parodi, Il Secolo XIX)

Una storia di lotta tra poveri, contadini contro operai, entrambi per decenni uccisi dai veleni dello stabilimento e dalle acque scure del fiume.
Giampiero Carbone, Il Nostro Giornale

“Un testo di alto valore letterario e umano” (M.T.S., Il Piccolo)


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narramondo

L’Associazione narramondo nasce nel 2001, dall’esigenza e dall’urgenza di portare in scena le ferite del tempo presente. Ferite che fanno male, ma che vengono rimosse, ignorate o che si ha paura di affrontare. Lo facciamo prima con lo studio e la ricerca attraverso laboratori e seminari con attori professionisti, poi con gli spettacoli. Diamo testimonianza di persone e di popoli che non riescono a farsi sentire: è un percorso umano e storico il nostro ed anche artistico. Raccontiamo il presente nelle sue manifestazioni tragiche. Ed è proprio nel recupero del tragico che ritroviamo lo spazio teatrale più fertile artisticamente e più utile socialmente: l'essenzialità e la bellezza, l'oppressione e la rivolta.


Spettacoli
Resistenze
Sabra e Chatila tratto da Quattro ore a Chatila di Jean Genet -Inchiesta su un massacro di A. Kapeliouk
Con Carlo Orlando, Nicola pannelli Eva Cambiale regia di Nicola Pannelli collaborazione alla regia Filippo Dini, collaborazione tecnica Laura Benzi
La tana della iena, dall’omonimo romanzo di Hassan Itab con Carlo Orlando
Quel 24 Marzo di Gabriele “Castoro”, Lucio Arisci, Roberto Giorgi con Lucio Arisci e Carmen Iovine
American Dream adattamento da Calderon di Pasolini e testo di Nicola Pannelli con Matteo Alfonso, Eva Cambiale, Carlo Orlando, Nicola Pannelli, Raffaella Tagliabue

Anni di Piombo
Appesa a un filo, di Dragonetti, Pannelli, Tagliabue con Elena Dragonetti e Raffaella Tagliabue
La tragedia negata. Le B.R., Moro, gli altri di Luigi Albert, Francesco Ferrieri e Nicola Pannelli
A.V. storia di una B.rava R.agazza di Marianna De Fabrizio, Chiara D' Ambros, Elena Vanni con Marianna De Fabrizio, Elena Vanni spettacolo vincitore del premio tuttoteatro.com 04

Inchieste
Il Fiume Rubato di Alessandro Hellmann con Andrea Pierdicca, regia di Nicola Pannelli
Cry baby di Giulio Salierno con Eva Cambiale, regia di Carlo Orlando

Altri
L’uomo che piantava gli alberi dall’omonimo romanzo di J. Giono con Alessandro Luchi e Giovanni Carli
11 settembre, di e con Pannelli.


Altre info su
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Thursday, September 21, 2006

lettera dall' autore:aggiornamenti su libro, spettacolo teatrale e musiche per autunno 2006

Innanzitutto vi comunico con malcelata soddisfazione che il libro "Cent'anni diveleno" è nella rosa dei dieci finalisti del Premio Carver, considerato dallacritica letteraria "Il Premio Strega dell'Editoria Indipendente" (ovviamente viinvito a diffidare della critica letteraria...). Altre informazioni sonodisponibili sul sito della casa editrice: www.stampalternativa.it, da cui èanche possibile scaricare il libro gratuitamente (o acquistarlo, se siete deifeticisti).Con teutonica precisione la Rai mi comunica che sabato 30 settembre alle ore23:33 (mi raccomando, cronometro alla mano!) andrà in onda il brano "Bormida"nel corso della puntata "The Best of the Year" della trasmissione "Demo" diRadiouno, a cura di Michael Pergolani e Renato Marengo. Il brano resisteinoltre in testa alla TOP10 della trasmissione, stilata da critici musicali eaddetti ai lavori a cui senz'altro in passato devo aver fatto qualche favoreche in questo momento non ricordo.Mercoledì 4 ottobre "Il fiume rubato" sarà di scena al Teatro Matteotti diMoncalieri (TO) alle ore 21 nell'ambito della rassegna "Theatropolis: FestivalInternazionale delle Arti di Scena". Sul palco l'attore Andrea Pierdicca, regiadi Nicola Pannelli, produzione Narramondo, testo di Alessandro Hellmann (chesarei io), musiche di Yo Yo Mundi e Alessandro Hellmann (che sono sempre io).Ulteriori informazioni su www.narramondo.it. Il Teatro Matteotti non può cheessere a Via Matteotti, civico 1. Non venitemi poi a dire che vi siete persi aMoncalieri perchè non sareste assolutamente credibili.Il 20 e 21 ottobre il gruppo Presi per Caso formato da detenuti ed ex-detenuti(Rock from Rebibbia Institute!) presenterà nella finale del Biella Festival(Teatro Villani, ore 21) il brano "Il tempo della prigione", per il cui testosono reo confesso.Ultimo ma non ultimo, se mentre tornate da Biella domenica 22 ottobre passate daGubbio (che di certo vi sarà comodamente di strada), alle ore 21 presso la salatrecentesca (la sala in cui è stata conferita la cittadinanza onoraria a MarioLuzi, noto terzino sinistro della Ternana) il mio amico Gianfilippo Pascolinipresenta il suo bel disco d'esordio "Farenight", accompagnato dai Morgana e daPaolo Brancaleoni.C'è altro che bolle in pentola, ma direi che per il momento siete a posto così,altrimenti la prossima volta non so più cosa raccontarvi!Un abbraccioAlessandro
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